ADESSO LA MISURA È COLMA: IMPUGNATA ANCHE LA FINANZIARIA 2017. PIGLIARU BATTI UN COLPO: VOGLIAMO UN CONFRONTO CON IL GOVERNO ITALIANO IN SARDEGNA.

di Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale.

 

Nella seduta di ieri, 9 giugno, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge Regione Sardegna n. 5 del 13/04/2017, “Legge di stabilità 2017”, in quanto una norma, riguardante l’attribuzione del salario accessorio del personale operante presso la Centrale regionale di committenza, viola l’art. 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione, che riserva alla competenza dello Stato l’ordinamento civile e, quindi, i rapporti di diritto privato regolabili dal Codice civile (contratti collettivi). Un’altra norma, prevedendo autorizzazioni di spesa prive di copertura finanziaria, viola l’articolo 81, terzo comma, della Costituzione (clicca qui).

Due, quindi, le disposizioni della finanziaria 2017 che, a detta del CDM, sarebbero lesive del dettato costituzionale: una normetta che riguarda il salario accessorio di coloro che operano nelle centrali di committenza ed una non meglio precisata norma che riguarda autorizzazioni di spesa senza le necessarie coperture (mi sussurrano che potrebbe trattarsi di norma che riguarda la sanità).

Bene.

Anzi male. La legge finanziaria del Friuli, invece, passa indenne, quella stessa regione a statuto speciale che, diversamente dalla Sardegna, godeva assieme alla Val d’Aosta, di un regime differenziato e di favore nella abortita legge elettorale.

Abbiamo bisogno di altre conferme per battere finalmente un colpo decisivo ed energico con Roma?

Basta con i colpi di fioretto e con le negoziazioni ad alto tasso di diplomazia. È giunto il momento di assumere una posizione più ruvida con chi non fa altro che ricordare, a colpi di impugnazioni, chi è lo Stato e chi il suddito.

Adesso basta.

Voglio che anche con la Sardegna venga utilizzato il metro che si utilizza per il Friuli nella spesa sanitaria, nella continuità territoriale, nei trasferimenti, nelle norme programmatiche sull’Agenzia Sarda delle Entate che da noi vengono castigate ma, se le scrive il Friuli, sono tollerate. Voglio che Ottana venga inserita nel SIN, bonificata e riconvertita. Voglio un fisco più giusto e non un’Agenzia ancora più oppressiva di Equitalia e che dal primo luglio potrà, alla prima cartella esattoriale, pignorare i conti correnti senza alcuna autorizzazione del magistrato.

Qualche settimana fa il Consiglio regionale ha votato una mozione che proprio su Ottana, prevedeva, tra le alte, l’apertura di un confronto con la presidenza del Consiglio dei Ministri: tutto tace.

Caro presidente Pigliaru,

mi sono chiesto ripetutamente quale potesse essere quel gesto forte che accompagnasse la tua risposta alle nostre quattro richieste di qualche giorno fa (clicca qui).

Non penso più che sia sufficiente “saperti presente” sul tema degli accantonamenti, delle deroghe agli aiuti di stato, della iniquità di un modello elettorale che castra le possibilità di rappresentanza di un popolo.

Batti un colpo serio e decisivo e chiedi a Gentiloni  che  apra in Sardegna quel confronto sul caso Sardegna che non può più essere ridotto ad una sorta di minuetto, tutto cipria e inchini,  con gli uffici governativi romani.

Anche perché per ballare il minuetto bisogna essere in due. E a me pare che il governo non abbia molta voglia di ballare.

Almeno finora.

 

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