
Correva l’anno 2013. A pochi mesi dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, fummo interessati dall’Asthudan e da Marco Aresu in particolare, ad un problema che affliggeva e che affligge tante famiglie: il problema del “dopo di noi”, ossia chi tutela i portatori di handicap nel momento in cui non saranno più in vita i soggetti che si occupano di loro.
Se guardiamo al fatto che il più delle volte il peso e la responsabilità del sostegno ricade sui genitori, molto spesso anziani, il problema del dopo di noi si fa sentire il tutta la sua rilevanza.
Ho ben chiaro il ricordo di quella chiacchierata con Marco Aresu, i numeri che snocciolava in continuazione, i racconti che davano un volto a quelle persone, ma soprattutto il costante pensiero delle famiglie e la domanda ricorrente che si facevano: ma chi verrà dopo di noi? Chi si occuperà di loro?
Abbiamo approfondito ed è emerso che il quadro normativo nazionale era totalmente carente: la legge 104, la 162 e le altre leggi di settore, si limitano a prevedere solo aiuti finanziari e di sostegni materiali. Nulla, invece, sul Dopo di Noi.
Finalmente il vuoto normativo verrà colmato il 14 giugno 2016 con l’approvazione in via definitiva il DDL “Dopo di noi” sull’assistenza a favore delle persone con disabilità grave senza sostegno familiare (per un approfondimento clicca qui).
Dal giorno vi è attesa sulle coperture finanziarie, attese dalle regioni per una modulazione della risposta al bisogno di aiuto.
E’ di ieri la notizia che la Conferenza delle Regoni ha dato il via libera al decreto sul Dopo di Noi e alla copertura finanziaria per le regioni stanziando circa 90 milioni di euro.
Alla Sardegna andranno 2.610.000 per il sostegno ai progetti di accompagnamento verso l’autonomia e l’uscita dal nucleo familiare di origine, anche attraverso soggiorni temporanei al di fuori della famiglia o, per coloro che che sono privi del sostegno familiare, prevedere residenzialita’ che guardino anche a diverse modalita’, inclusa l’abitazione di origine, gruppi-appartamento o soluzioni di co-housing che mettano al centro la tutela del diritto della persone disabile.
Vogliamo iniziare a pensarci?
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