
Il 13 maggio ho avuto il piacere di presentare, nell’ambito degli eventi inseriti nella XVI edizione Mostra regionale del Libro, l’ultimo lavoro di Carlo Pala dal titolo “Idee di Sardegna: Autonomisti, sovranisti, indipendentisti oggi”.
Libro quantomai coerente con lo spirito della manifestazione, in un Mediterraneo che cambia non poteva mancare una pagina dedicata ai cambiamenti politici in atto in Sardegna, terra naturalmente vocata all’autogoverno e all’autodeterminazione e che, dopo la presa di coscienza del fallimento autonomistico, vede progressivamente maturare e crescere un dibattito capace di scuotere nel profondo l’intera società.
La forte identità e la recente ricomparsa del sentimento indipendentista che caratterizzano la Sardegna sono indici di una frattura centro-periferia effettivamente attiva; ciononostante, la letteratura politologica italiana vi ha dedicato uno spazio solo residuale. È il tentativo di sanare la grande ingiustizia del silenzio perpetrata dalla ricerca politologica italiana nei confronti della Sardegna, che invece ha trovato grande considerazione in altre discipline dalla sociologia, all’etnografia, dall’antropologia alla stessa ricerca storica.
Il lavoro di Carlo Pala consente di individuare, con i canoni della politologia, le ragioni scientifiche o tecniche che stanno alla base delle nostre storiche rivendicazioni e come il fenomeno si inscrive all’interno dei cambiamenti in atto nell’intero continente europeo.
È possibile dunque inscrivere il caso sardo all’interno delle cosiddette “nazioni senza Stato” europee?
Com’è comparso in Sardegna il cleavage centro-periferia?
Quali sono le determinanti dell’attuale mobilitazione politica?
L’incontro è servito a fare chiarezza e sdoganare, forse definitivamente, il concetto di indipendenza, accezione per molti scomoda, per altri imbarazzante, per tanti auspicabile e praticabile.
Il libro di Carlo Pala – che indipendentista non è, come precisa lui stesso nel corso della chiacchierata – va letto e studiato in profondità: capiremo, al di là delle appartenenze ideologiche di ciascuno, che il sentimento indipendentista ha delle ragioni che lo giustificano e che da oggi anche la politologia italiana indaga, studia e riconosce.
Un ringraziamento, quindi, all’autore ma anche a Franciscu Sedda per il prezioso contributo al dibattito.
Per evitare di essere tacciato di faziosità ho pensato di mettere in rete le riprese video divise in tre filmati della durata di circa 15 minuti ciascuno e scaricabili qui:
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