
Voglio essere preciso: nè io nè il Partito dei Sardi abbiamo MAI espresso un VETO AD PERSONAM SUL NOME DI UNA DONNA. Nè in occasione della elezione del vice presidente del Consiglio Regionale, nè mai.
Contesto, quindi, le affermazioni rese dall’on. Capelli alla stampa (vedi articolo nel riquadro) che giudica “intollerabile il trattamento cui è stata sottoposta la consigliera Busia“, frutto a suo dire, di un “ricatto del Partito dei Sardi che ha posto un veto ad personam sul nome di una donna”.
Il riferimento (neanche troppo velato) è ovviamente al sottoscritto che, come capogruppo del PdS, ha partecipato alle due convulse riunioni di ieri (e frettolosamente convocate a bocca di votazioni).
Ebbene la nostra posizione, così come formalmente notificata agli alleati (presenti Pietro Cocco – PD – Fabrizio Anedda – Misto – Piefranco Zanchetta – UPC e Daniele Cocco – SEL) era di netta contrapposizione ad una “strategia” calata dall’alto, decisa bilaterlamente direttamente tra gli interessati e senza alcuna condivisione con gli altri gruppi di maggioranza.
Questa “strategia” è stata, evidentemente, frutto di trattative alle quali il PdS non ha mai partecipato e, peraltro, mai neppure invitato.
E’ notorio che noi del Partito dei Sardi abbiamo reiteratamente chiesto sin da settembre (clicca qui) , che si uscisse dalla impasse delle nomine per riprendere la normalità di una vita consiliare dalla quale i Sardi attendevano atti concreti e risposte precise e non baruffe chiozzotte animate da piccole pulsioni personali.
Uscire dalla impasse ma dentro un ragionamento politico condiviso in cui l’individuazione delle figure rappresentative presupponeva anche una revisione di metà mandato, un riequilibrio dei rapporti di forza (politici) tra le varie forze di maggioranza, compreso il Partito dei Sardi forte del suo percorso di crescita all’interno del parlamento sardo.
Giusto o sbagliato che fosse questo è stato il nostro ragionamento e per poterlo articolare al meglio avevamo chiesto più volte un confronto di maggioranza, confronto che non c’è mai stato. L’ho chiesto dopo la manovra finanziaria di fine novembre e l’ho richiesto dopo il voto referendario.
Nulla.
In questo clima di sostanziale assenza di condivisione, per accelerare la fuoriuscita dalla impasse, in assenza di scelte condivise, ho COERENTEMENTE proposto agli alleati la riconferma di tutti gli uscenti, con un sostanziale arretramento delle posizioni del nostro gruppo. Anche qui nulla di fatto.
Logica conseguenza è stata la nostra contrarietà a sostenere scelte “calate dall’alto”, frutto di percorsi solitari e non condivisi e con l’aggravante che, le candidature di due esponenti del Gruppo Misto (Anedda e Busia) si sarebbe tradotta, nei fatti, in una supervalutazione (imposta e non condivisa) di quel gruppo a discapito degli altri gruppi, compreso il nostro.
Questa è stata la nostra UNICA posizione espressa formalmente agli alleati.
Qualsiasi diversa interpretazione dell’accaduto è frutto di arbitrio e di non conoscenza di come sono andate effettivamente le cose.
Infine non intervengo volutamente sulla battutaccia dell’on. Capelli che ci stigmatizza come “Il Partito dei soldi”: sarà sua cura circostanziare meglio e dettagliatamente nelle opportune sedi. Penso che ci sarà una inevitabile coda giudiziaria.
GIANFRANCO CONGIU, Capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio Regionale.
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