FATTO L’EMENDAMENTO…TROVATO L’INGANNO| di Gianfranco Congiu

 

 

 

FATTO L’EMENDAMENTO… TROVATO L’INGANNO

di Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale.

 

Facciamo il punto:
il 14 novembre è arrivata in aula la proposta di legge istitutiva della doppia preferenza di genere (stabilisce che in sede di voto sarà possibile indicare due preferenze: un uomo e una donna, come avviene attualmente nelle amministrative per l’elezione dei sindaci);
a pochi minuti dall’inizio della discussione è comparso un emendamento con il quale, in sintesi estrema, si voleva estendere la parità di genere anche nella formazione delle liste (50 per cento uomini e 50 per cento donne, mentre l’attuale normativa italiana fissa il rapporto 60 – 40).

La perfetta parità proposta, alla prova dei fatti, avrebbe determinato l’effetto collaterale di “trasformare” i collegi con un numero di candidature dispari in collegi con candidature pari per mezzo di un artificioso arrotondamento alla unità superiore (da tre a quattro; da cinque a sei e così via. Con l’eccezione che nei collegi con due sole candidature si passerebbe a quattro).

La giustificazione addotta dai proponenti era che solo con collegi pari è possibile rispettare la perfetta parità di genere anche nella formazione delle liste.

Non ho sottoscritto quell’emendamento, né l’ho mai condiviso, perché ritenevo che l’introduzione della parità di genere anche nella formazione delle liste fosse un’opzione politica non valutata (e quindi non esitata) dalla commissione e oltremodo rischiosa sul fronte dei diritti che la legge si prefiggeva di tutelare (doppia preferenza di genere).

In aula abbiamo dichiarato che preferivamo si andasse al voto solo sulla proposta originaria, così come esitata dalla commissione, introducendo quindi la doppia preferenza di genere solo in fase di voto da parte dell’elettore e lasciando ad un successivo approfondimento politico ogni valutazione circa l’opportunità o meno di introdurre la parità di genere anche nella formazione delle liste.

L’aula, invece, è stata di diverso avviso e ha quindi rinviato la seduta a martedì prossimo per esplorare in questi giorni le possibilità di una sintesi. Sulle nostre posizioni si sono ritrovati anche Busia, Agus, P. Dessi, Daniele Cocco, Pizzuto, Lai.

Oggi,16 novembre, si è riunita la 1^ Commissione con all’ODG la verifica di merito dell’emendamento “controverso”. Il nostro ragionamento è sempre lo stesso: vogliamo fortemente l’introduzione nella legge elettorale della “doppia preferenza di genere” ma siamo contrari, almeno in questa fase, all’introduzione di altro e diverso principio come la cd. “parità di genere in lista” (50% uomini e 50% donne).

Riteniamo che la pretesa parità di genere in lista non solo penalizza i piccoli collegi ma, soprattutto, corre il rischio di mettere a rischio proprio la presenza femminile nelle circoscrizioni periferiche (per intenderci quelle che stanno fuori dalle grandi aree urbane di Cagliari, Sassari e Olbia, ossia i collegi del Medio Campidano, Carbonia/Iglesias, Oristano, Nuoro e Ogliastra).

Il caso della Ogliastra è paradigmatico. Questa circoscrizione si è sempre sottratta alle regole sulla parità di genere per effetto di una imprecisa formulazione del testo normativo: infatti è l’unico collegio con DUE soli candidati, anziché TRE o più, come accade invece nelle altre circoscrizioni e questa anomalia non ha mai consentito il rispetto delle regole elettorali sull’equilibrio di genere calibrate sul calcolo “IN TERZI”

Per ovviare a siffatta anomalia avevo depositato, il 6 aprile 2016, una proposta di legge (clicca qui) in cui si diceva chiaramente che nelle circoscrizioni con due sole candidature doveva essere comunque assicurata la parità tra uomo e donna.

Questa proposta è stata, successivamente, trasfusa nell’articolato in discussione in aula (art. 1) e quindi concorreva alla configurazione del nuovo testo di legge.

Ebbene, nell’emendamento controverso proprio l’Ogliastra, collegio già “pari” con due candidature, veniva raddoppiato incomprensibilmente a 4 candidature (2 uomini e 2 donne).
Pertanto, a conti fatti, questo raddoppio delle candidature non risulta affatto indolore in quanto raddoppia il voto di lista e pone il collegio Ogliastra in una posizione di supremazia nel calcolo dei “resti” con una potenziale alterazione del risultato di voto, soprattutto nel confronto con gli altri microcollegi, sacrificando evidentemente le chance di elezione delle due donne candidabili.

Il caso del Medio Campidano è altrettanto emblematico: è una circoscrizione che da quattro candidati scenderebbe a tre e, quindi, sulla composizione “dispari”, la presenza femminile potrebbe essere “baricentrica” e, forse, decisiva. Certamente verrebbe eletta.
La certezza verrebbe meno se la circoscrizione andasse a quattro candidature: si aprirebbe un confronto tra “due coppie” di candidati (due uomini e due donne) in cui il perverso meccanismo dei “resti” mette la figura femminile a competere con la seconda figura maschile. Magari la spunta… ma non ne ha la certezza, come invece nella ipotesi a TRE.

Queste le ragioni a sostegno della nostra posizione.
È evidente che per una forza politica come la nostra, che della equità, della perequazione tra ambiti urbani e ambiti marginali, ha fatto un mantra irrinunciabile, era inevitabile che sollevasse il problema sia delle compromissioni territoriali, sia della potenziale lesività di tali compromissioni proprio verso quelle politiche di genere che la nuova normativa voleva tutelare e proteggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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