IL MIO INTERVENTO AL CONVEGNO SULLA TUTELA DELLE RAZZE SARDE LOCALI. DIFENDIAMO IL NOSTRO INTERESSE NAZIONALE

Pubblico il mio intervento al Convegno sulle Razze Locali in via di estinzione ed in particolare, alla Sardo Modicana, tenutosi il 13 maggio scorso nell’ambito degli eventi collaterali alla Fiera degli Ovini di Macomer.

Noto come Bue Rosso del Montiferru (presidio Slow Food sin dal 2002),  la Sardo Modicana  e’ una razza bovina locale che rischia seriamente l’estinzione a causa del numero assai esiguo dei capi presenti in Sardegna (poco meno di 3000).
Fondamentale sarebbe importare nei nostri allevamenti nuovi riproduttori, così come venne fatto verso la fine dell’ottocento quando alcuni esemplari di tori di razza Modicana vennero incrociati con le nostre vacche di razza Sarda dando vita, appunto, alla razza Sardo-Modicana. Per fare ciò qualcuno ha teorizzato la necessità di una  deroga alla normativa che disciplina la materia.
Con il mio intervento, in assoluto appoggio alle istanze provenienti dal mondo degli allevamenti sardi, ho voluto riprendere l’allarme che io stesso ho lanciato recentemente da queste pagine (CLICCA QUI)  e  sottolineare come la Sardegna non  abbia  bisogno  di deroghe alle procedure nazionali, quanto semmai  – sui temi di interesse nazionale per la Sardegna –  essere titolare di  prerogative sue proprie.
Rispetto al tema del Convegno, una difesa del proprio patrimonio zootecnico  potrebbe essere attuata con l’attivazione in Sardegna di un   Ente Selezionatore al quale affidare in prima persona la tutela e valorizzazione delle nostre razze locali, diversamente da ciò che accade oggi dove i libri genealogici sono tenuti dall’Associazione Nazionale Allevatori e dalla quale promana il disciplinare che detta  le indicazioni sulla salvaguardia e tutela delle razze locali presenti nella intera penisola italiana.
Questa possibilità è  offerta dal Regolamento UE  n. 1012/2016 che però, diversamente dalle indicazioni europee,  l’Italia sta attuando in maniera penalizzante per la Sardegna impedendo che le istituzioni pubbliche (come le Regioni) possano dotarsi di un loro Ente Selezionatore. Questa possibilità, infatti, il legislatore italiano l’ha prevista solo ed esclusivamente in favore delle associazioni private  di primo livello capillarmente dislocate su tutto il territorio nazionale.
Una vera e incomprensibile ingiustizia per il nostro sistema zootecnico che subisce l’irrazionalità di una normativa italiana che si pone in controtendenza rispetto alle indicazioni provenienti dalla UE.

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