IN ARRIVO INTERESSANTI NOVITA’ SULLA PESCA….CON UNA POSTILLA SUL CONTRIBUTO DEL PARTITO DI SARDI

Ospito volentieri un interessante intervento di Mauro Monaco, Presidente del Consorzio Molluschicoltori di Olbia. È da tempo che con Mauro (ma anche con Cristiana Velluti, Alberto Pintus, Marco Fontana) ci confrontiamo sulle questioni che affliggono il settore ittico. Così è nata la mozione approvata qualche mese fa dal Consiglio Regionale sulla “separazione del comparto Pesca dal comparto Agricoltura e nascita di una direzione generale separata”.

La mozione fu, da noi del Partito dei Sardi, elaborata nel convegno di Tramatza  (la trovi qui) , approvata dal Consiglio regionale a luglio e oggi sostenuta e rilanciata anche dall’assessore regionale per l’Agricoltura Elisabetta Falchi assieme al rilevantissimo tema della perimetrazione degli ambiti lagunari e alla facilitazione dell’accesso ai fondi FEAMP.

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di Mauro Monaco, presidente del Consorzio Molluschicoltori di Olbia.

Il convegno dello scorso 22 novembre organizzato dalla FLAI-CGL a Cagliari ha in particolare messo in evidenza, qualora non si sapesse già, l’enorme debolezza strutturale del comparto pesca ed in misura minore (ma neanche tanto) dell’acquacoltura.

Ormai la sostenibilità ambientale è diventata una condizione fondamentale per qualsiasi iniziativa economica e la pesca e acquacoltura non è da meno. La FAO dichiara che l’aumento nei consumi di pollo e di prodotti d’acquacoltura atteso nei prossimi anni è sostenibile e auspicabile, considerato che queste due fonti di proteine destinate al consumo umano sono quelle che hanno la più bassa impronta ambientale.

L’Italia ha un deficit nel settore ittico di –76,8% (2012) e in acquacoltura di – 63,3% (2013). Il 63% del volume dell’acquacoltura italiana proviene da mitili (72%) e vongole (28%). Fonte: Piano strategico nazionale per l’acquacoltura 2014-2020.

La Sardegna nel 2015 ha importato circa 155.000 ql. di prodotti ittici di cui quasi il 90% molluschi (fonte UVAC, convegno LAORE, maggio 2016).

Con questi numeri è evidente che nel tempo, almeno se ci soffermiamo sulla sola Sardegna, se non si interviene in modo strutturale la pesca e acquacoltura potranno solo peggiorare a prescindere dai fondi pubblici messi a disposizione con la programmazione comunitaria, oggi il FEAMP 2014-2020.

La tavola rotonda a cui ho partecipato come presidente del consorzio Molluschicoltori di Olbia, ha fornito spunti interessanti di riflessione per i decisori presenti, l’assessore Falchi e il presidente della commissione agricoltura Lotto, specie nella futura pianificazione delle attività a valere sul FEAMP 2014-2020. In particolare il sottoscritto e il presidente del FLAG Nord Sardegna, Benedetto Sechi, abbiamo rimarcato per ragioni diverse la necessità impellente di costituire la DG Pesca e Acquacoltura per distinguere nettamente le competenze, le azioni politiche e le strategie di sviluppo tra agricoltura e pesca, due mondi produttivi completamente diversi per caratteristiche socio-economiche e dimensionali. Le scarse risorse finanziarie comunitarie e regionali, seppur importanti e maggiori rispetto al precedente FEP2006-2013, devono essere completamente impegnate e spese attraverso bandi mirati a soddisfare le esigenze delle imprese e dei comparti in genere, e anche a causa di ritardi a livello nazionale la sfida per la Sardegna diventa ancor impegnativa.

Tempi di rilascio delle concessioni e loro durata, snellimento (e rapidità) degli iter burocratico-amministrativi nell’ottenimento dei finanziamenti da parte delle imprese, pianificazione strategica nel settore dell’acquacoltura, il problema delle quote per il tonno, la mancata gestione delle aree lagunarie, lo scarso o quasi inesistente ricambio generazionale, sono solo alcuni dei temi posti all’attenzione dell’assessore Falchi, che comunque non si è tirata indietro nel dimostrare la sua decisa volontà nel portare avanti le istanze del comparto.

Il Consorzio Molluschicoltori di Olbia ha ottenuto le concessioni demaniali, per ora ancora provvisoriamente , dopo quasi due anni dall’avvio dell’iter (fine dicembre 2014) e ora siamo a un passo da una storica concessione della durata di 15 anni, primo caso in Sardegna. Vorremo essere oggi di esempio anche per altre realtà produttive che a breve potrebbero ritrovarsi in condizioni simili alle nostre, per aiutarle a superare le difficoltà che noi abbiamo dovuto affrontare; al tempo stesso vorremmo mettere in condizioni lo stesso assessorato di fare tesoro di questa esperienza per poter agevolare, laddove possibile, chi in futuro parteciperà a bandi o avvisi pubblici per l’assegnazione di nuove concessioni.

Apprezziamo il lavoro fatto dall’assessore Falchi per tutelare i legittimi interessi delle imprese in acquacoltura, specie nel confronto con altri enti pubblici, e l’augurio che questo sia solo il punto di partenza per il rilancio di tutto il comparto dell’acquacoltura e il recupero della pesca affinchè il comparto nel suo complesso non sia relegato a ruoli sociali ed economici secondari in Sardegna.

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