ISTAT 2018: RALLENTA LA SPESA REALE DELLE FAMIGLIE E SI ACUISCONO I DIVARI TERRITORIALI. UN VERO CONFRONTO CON IL GOVERNO PER AUMENTARE I NOSTRI POTERI ED EVITARE CHE I NOSTRI COMUNI MUOIANO.

 

Qualche giorno fa abbiamo alzato il sipario sugli effetti della “persecuzione fiscale” italiana in Sardegna (clicca qui).

Ieri l’ISTAT ha reso noto che la spesa reale delle famiglie cresce modestamente nelle città metropolitane ma regredisce in maniera significativa nelle aree meno urbanizzate  (clicca qui).

Dall’esame dei dati emerge che nel confronto tra città metropolitane, città non metropolitane e aree interne, i peggiori indicatori di spesa riguardano proprio le aree interne. Non c’è da stupirsi dato che le aree metropolitane hanno sempre drenato popolazione residente a discapito dei piccoli centri. Secondo i dati della Commissione d’Inchiesta bicamerale resi pubblici il 20 dicembre 2017  (clicca qui),  nelle 14 aree metropolitane italiane il 60% della popolazione risiede nei cosiddetti “quartieri periferici” e di questi il 33% vive in quartieri periferici ad ALTO DISAGIO SOCIALE. La percentuale è variabile: ad esempio a Cagliari la percentuale dei residenti in zone ad alto disagio cresce al 44%, a Bologna si attesta attorno al 27%, Milano 33% e Torino al 39% .
In sostanza:
1. nelle aree marginali si spende sempre meno rispetto alle aree metropolitane;
2. le aree metropolitane drenano popolazione residente dalla aree marginali e una quota significativa di essi si insedia in quartieri periferici ad alto disagio;
3. la pressione fiscale è uguale dappertutto e non risente di alcuna differenziazione.
La combinazione di questi fattori è micidiale e determina un complessivo impoverimento delle aree più marginali non compensabile con il “fattore attrattivita’ delle aree metropolitane per via di un evidente inurbamento delle persone nei quartieri periferici ad alto disagio.
A questo punto la Regione si trova stretta una una morsa: da una parte le pretese degli Enti Locali e dall’altro le politiche estremamente aggressive e penalizzanti, per i nostri Comuni, portate avanti negli ultimi anni dal governo italiano.
Non mi stancherò mai di dire che l’unico antidoto contro lo spopolamento dei piccoli centri è costituito dal mantenimento, anzi, dal miglioramento dei servizi alla popolazione perché altrimenti la sparizione dei piccoli centri non determinerà un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione inurbata nei grandi centri quanto, semmai, una crescita a dismisura delle periferie , un aumento del divario sociale ed una perdita irreversibile del patrimonio sociale e culturale.

Gianfranco CONGIU, capogruppo in Consiglio regionale del Partito dei Sardi.

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