LA NUOVA ERA DELLA CANTIERISTICA FINALIZZATA | di Gianfranco Congiu

L’accordo siglato ieri 13 marzo tra Regione, Enti Locali e forze sindacali completa un ciclo iniziato nel 2009 con i primi cantieri di rimboschimento nelle aree deindustrializzate (clicca qui).

Oggi quella misura si è ulteriormente evoluta al punto che ha assunto i connotati di vero e proprio strumento di welfare stabile e strutturale, vera ed efficace salvaguardia socio lavorativa nei riguardi di tutti coloro che, espulsi dal mondo del lavoro, risultavano privi di coperture.

E’ un dato di fatto che questa forma di cantieristica finalizzata è riuscita a dare quelle risposte in termini di sicurezza che le politiche di flessibilità non hanno garantito.

E’ notorio che la Sardegna, da qualche anno, svolge un ruolo di supplenza rispetto ad una inesistenza della Stato sulle politiche di welfare. Capisco che negli anni si è fatto abuso delle varie CIG, CIGS, deroghe, proroghe e quant’altro ma oggi si è passati all’eccesso opposto con la fine (per decreto) degli ammortizzatori sociali (dal 1 gennaio 2017 è sparita la  mobilità) a cui non ha fatto seguito il decollo delle politiche di flessicurezza.

Questo alla base del corto circuito che alimenta il senso di abbandono e di insicurezza sociale.

Per contro la cantieristica comunale è stata, invece, una esperienza che, in questi anni di progressivo allontanamento dello Stato, ha dato risultati estremamente apprezzabili e misurabili: risorse certe messe a disposizione delle amministrazioni locali in progetti di valorizzazione ambientale e da queste spese agevolmente con l’impiego “in utilizzo” dei lavoratori in attesa di ricollocazione (molti di loro accompagnati alla pensione).

Quindi non più sussidi ma risorse per progetti a valenza territoriale.

Oggi quella favorevole esperienza non solo deve essere conosciuta, ma deve essere protetta e messa a sistema.

Ieri la valenza territoriale coincideva con la tutela ambientale e la riforestazione in aree deindustrializzate.

Oggi si esplorano, anche in un rapporto di coprogettazione tra amministrazioni comunali e terzo settore, campi integrativi ad anlto impatto sociale in cui la pubblica amministrazione non riesce a dare risposte puntuali ed efficaci:

– Educazione e istruzione, dispersione scolastica
– Accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili
– Assistenza sanitaria e socio sanitaria
– Accompagnamento e assistenza sociale
– Cultura, turismo e ricreazione
– Inclusione sociale e pari opportunità
– Promozione della cittadinanza attiva e partecipata
– Protezione civile
– Protezione dell’ambiente
– Sport
– Sviluppo economico e coesione sociale
– Tutela e protezione dei diritti e contrasto alle discriminazioni
– Tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.

Abbiamo creduto in quello strumento e oggi lo riproponiamo con una formula più ampia e inclusiva individuando nei sindaci i veri protagonisti di questa nuova stagione.

Sta alla loro capacità di progettazione e programmazione il compito di attuare uno strumento importante e insostituibile.

Gianfranco Congiu

capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale

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