Lo smaltimento dei maiali infetti a Macomer: le risposte del Presidente Pigliaru e del Responabile regionale della Unità di Progetto.

di Gianfranco Congiu, consigliere regionale  e Antonio Succu, Sindaco di Macomer.

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Qualche giorno fa la stampa ha dato ampio risalto alla notizia dell’abbattimento di una settantina di maiali affetti da Peste suina Africana provenienti da alcuni allevamenti illegali di Desulo ma smaltiti, mediante infossamento, nella montagna di S. Antonio di Macomer.

Immediate le proteste e le richieste di spiegazioni inoltrate al Presidente della Regione da parte del Sindaco (clicca qui) e del consigliere regionale Gianfranco Congiu (clicca qui) .

Oggi arrivano le risposte ai nostri appelli :

  1. quella  del Presidente Pigliaru (qui)
  2. quella del responsabile della Unità di Progetto per la Eradicazione della peste suina africana, dott. De Martini (qui).

Riteniamo sia doveroso pubblicarle integralmente per consentire a tutti di conoscere i fatti per come realmente sono accaduti.

Sottolineiamo sin d’ora, a scanso di equivoci, l’impegno assunto dal responsabile della Unità di Progetto, che “il sito d’infossamento di Macomer, non verrà più utilizzato per ulteriori attività legate alla eradicazione della peste suina africana”.

Ciò posto, siamo consapevoli che la eradicazione della PSA e l’efficacia delle azioni messe in campo, passano necessariamente attraverso il rispetto assoluto delle procedure e delle normative, in un quadro di condivisione e coinvolgimento delle istituzioni coinvolte.

Le risposte che hanno fornito le massime autorità regionali danno il conto, anche con particolari inediti, di una situazione emergenziale affrontata con rimedi eccezionali in cui ragioni di sicurezza ed incolumità personale degli operatori, hanno imposto il massimo riserbo su tutte le operazioni.

È di conforto apprendere il fatto che:

“…la scelta del sito è stata fatta, in via preventiva, assicurando tutte le valutazioni necessarie nel rispetto della normativa sanitaria….

“…che Il sito in questione è stato individuato da Ente Foreste nell’area del vivaio forestale chiuso da idonea recinzione, previa indagine geologica che ha attestato l’idoneità e che ha approntato la fossa secondo quanto previsto dal manuale operativo della Peste Suina Africana in termini di profondità, impermeabilizzazione e altre caratteristiche che la rendevano adatta : a) per struttura geologica e mineralogica; b) per le proprietà meccaniche e fisiche del terreno; c) per il livello della falda idrica e sua protezione naturale; d) per la distanza da corpi idrici superficiali….”.

Ciò detto, la lotta alla PSA è un impegno sociale che deve coinvolgere tutti indistintamente perché l’intero territorio regionale (e non il solo territorio di Desulo) è considerato infetto da peste suina e per questo è sottoposto ad un insieme di misure restrittive, di sorveglianza e di controllo.
Condividiamo e sosteniamo la battaglia per eradicazione della epidemia che in 40 anni ha messo in ginocchio un settore formidabile della nostra economia agroalimentare; che in 40 anni ha dimezzato il numero dei suini allevati in Sardegna, creato danni per centinaia di milioni di euro, ha messo in crisi aziende di trasformazione e che impedisce le esportazioni e ci costringe ad importare carni per i nostri prodotti tradizionali da altri mercati.

Chiudiamo così, con un recupero sul piano della comunicazione e dei rapporti fra istituzioni, una vicenda che è stata fonte di grande preoccupazione per una intera comunità.

Antonio Succu        Gianfranco Congiu

 

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