
Il nuovo cimitero è argomento che almeno da vent’anni suscita forti polemiche e tensioni: è dagli anni 90 che se ne discute e nessuno è mai riuscito a risolverlo.
Così è stato, almeno sino ad oggi.
Intanto si consumavano gli ultimi spazi del vecchio cimitero, si requisivano i loculi già assegnati, si sovrapponevano nuovi moduli prefabbricati che raggiungevano il quarto e quinto piano.
Tutto all’insegna di una emergenza che pareva non finisse.
E’ meglio costruire il nuovo oppure tentare un rocambolesco ampliamento del vecchio verso l’ultimo spicchio di terreno libero posto a ridosso del nuraghe e delle abitazioni sottostanti?
L’attuale amministrazione non ha avuto alcun tentennamento privilegiando da sempre la realizzazione di un nuovo impianto cimiteriale nella zona di S’Erbagusa – Padru Longu, in assoluta continuità con la felice intuizione di Tore Barria al quale dobbiamo tutti riconoscere il merito di essere uscito da un’annosa disputa con quanti allora ritenevano di poter costruire il nuovo cimitero a ridosso dell’ingresso Nord di Macomer, senza considerare il peso dei vincoli archeologici che, di fatto, impedivano qualsiasi infrastrutturazione.
Da oggi Macomer avrà il suo nuovo cimitero.
Ma perchè la considero un’opera che vale una intera legislatura?
Perchè è un concentrato di buone pratiche amministrative e di capacità realizzativa.
L’intervento è costato 235 mila euro (1° lotto) finanziato interamente dalla vendita dei loculi; a questi vanno aggiunti 50 mila euro (2° lotto) di avanzo di amministrazione con cui abbiamo eseguito, nel pieno rispetto dei tempi contrattuali, le opere di spianamento e livellamento del terreno, recinzione dell’area, apposizione dei cancelli, impianti, loculi, camminamenti e resa l’area immediatamente utilizzabile per le prime sepolture.
Non è un opera completa in tutti i suoi elementi architettonici nè può dirsi che questa sia la sua conformazione definitiva: è solo l’avvio di una costruzione che andrà a completarsi progressivamente secondo i canoni della modularità e a seconda del grado di efficienza delle amministrazioni che si succederanno nei prossimi cento anni.
E’ opera, allo stato, completamente autofinanziata, ossia i proventi non sono a carico della collettività mediante nuovi mutui o nuove tasse, ma derivano solo ed esclusivamente dalla vendita di loculi.
Intanto noi siamo definitivamente usciti dall’emergenza; noi abbiamo realizzato qualcosa di nuovo e di significativo. Chiunque vorrà cimentarsi nella meritoria attività di completamento del cimitero avrà certamente da sbizzarrirsi: lui sarà lì ad attendere il contributo di chi avrà idee, testimone a futura memoria, arbitro e giudice implacabile delle capacità amministrative delle generazioni che verranno.
Con una sola cautela: no ai perditempo.
Serve un ampia sala, per i funerale di ogni tipo (civili e di qualsiasi religione), la chiesetta del vecchio cimitero non è idonea alle nuove esigenze.