SANITA’ SARDA E SALVATORI DELLA PATRIA | di Gianfranco Congiu*

*Portavoce del Partito dei Sardi

 

Ma è così difficile pensare che in Sardegna esistono figure professionali altamente qualificate in grado di svolgere il ruolo di amministratore come (e forse meglio) di tanti blasonati salvatori della patria (sempre rigorosamente italiani) che, pomposamente annunciati  da squilli di trombe e rulli di tamburi, alla fine finiscono con il fare sempre la stessa cosa: tagliare.

Ma è così difficile immaginare che la sanità pubblica non debba piegarsi ai volersi di quella privata ma agire  su un piano di integrazione reciproca per offrire ai cittadini servizi sanitari sempre migliori?

Con  i Pronto Soccorso che, data la penuria di medici, infermieri, operatori s.s.,  non collassano solo grazie allo spirito di servizio e di sacrificio del personale, è mai possibile che si debba assistere passivamente alla emorragia di risorse pubbliche verso la sanità privata senza che nessuno abbia un sussulto?

In questo quadro come interpretare la delibera di giunta che lo scorso 20 giugno (n. 22/43) ha stabilito che, nel caso di risparmi derivanti dalla mancata messa a regime delle attività del Mater Olbia,  le risorse risparmiate vanno a beneficio della sanità privata accreditata?

Con norme di questo tipo, frutto di  scelte politiche che  strizzano l’occhio agli operatori privati  penalizzando il sistema pubblico, che tipo di sanità stiamo costruendo per i Sardi e per la Sardegna per gli anni a venire?

E allora, pur continuando a pensare che in Sardegna abbiamo professionisti seri e capaci che hanno dimostrato di saper amministrare, il vero tema per i prossimi mesi sarà: quali strumenti operativi mettiamo nelle mani degli amministratori, quali atti di indirizzo, quali scelte politiche che si stanno compiendo?

Dalla risposta a questi quesiti (più che dalla anagrafica del nuovo amministratore) dipenderà il futuro della Sanità sarda e temo che la moratoria di due mesi chiesta dal nuovo salvatore della patria veneto, sia figlia proprio di questa opacità politica.

 

 

 

 

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