SENZA PAROLE: L’ITALIA DEMOLISCE IL NOSTRO SISTEMA ZOOTECNICO… E NOI ZITTI?

di Gianfranco Congiu,  capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale

 

Nelle stesse ore in cui sollecitavo la presenza in aula dell’assessore regionale all’agricoltura sul caso della messa in liquidazione di ARAS (clicca qui per leggere il resoconto della seduta),  il governo italiano si apprestava a sferrare un colpo mortale per il comparto zootecnico della Sardegna.

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 8 maggio e su proposta del presidente Gentiloni (Ministro delle politiche agricole ad interim),  approvava – in via definitiva –  (clicca qui)  il decreto legislativo che  dovrebbe  attuare  il Regolamento UE 1012/2016 (la nuova Disciplina sulla riproduzione animale e sulla tutela delle razze autoctone) ma che  si sta trasformando nella più imponente operazione di centralizzazione ordita dal governo italiano in danno dei sistemi agricoli locali.

Per un’analisi di dettaglio rimando alla mia  Lettera aperta inviata ai deputati Sardi eletti nel Parlamento italiano in cui parlavo del gravissimo danno che sarebbe derivato al sistema zootecnico sardo dall’approvazione del decreto attuativo citato.

Per richiamare in maniera sintetica i concetti base ricordo:

1. la Sardegna non potrà costituire alcun Ente selezionatore (quell’organismo di tutela e valorizzazione delle razze autoctone) in quanto l’Italia nel decreto attuativo prevede che  l’accesso ai fondi pubblici sia a vantaggio delle sole Associazioni di primo grado, estromettendo in un colpo solo,  tutti gli  organismi e istituzioni pubbliche;

2. La Sardegna, anche volendo istituire un Ente selezionatore con risorse proprie, si vedrà espropriata la funzione fondamentale della  raccolta dati e tenuta dei registri genealogici  (funzione svolta attualmente dalle APA)  e che il decreto attuativo attribuisce solo a enti presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale.

In soldoni: l’Europa investe sulle politiche di tutela delle razze locali e l’Italia, anzichè favorire la delocalizzazione nei territori,  centralizza tutto su un organismo unico italiano.

Quindi:  se la Sardegna volesse far nascere un Ente selezionatore Sardo per la difesa e tutela delle sole razze autoctone sarde,  non potrebbe farlo sia perchè è una pubblica istituzione (assurdo),  sia  perchè avrebbe evidentemente una diffusione nel solo territorio della Sardegna (doppiamente assurdo).

Concludevo  che se la norma attuativa fosse stata approvata dal Parlamento italiano senza gli opportuni correttivi, si sarebbe assestato un colpo micidiale a tutta la zootecnia Sarda  dal momento che si sarebbe impedito alla Sardegna di istituire propri organismi selezionatori e, quindi,  impedito di beneficiare delle possibilità offerte dal nuovo Regolamento UE. Ciò in aperta violazione dei principi di ragionevolezza e sussidiarietà e ledendo gli obiettivi UE in materia di tutela e conservazione delle razze autoctone.

A questo punto mi pongo una serie di problemi:

  • chi difende la zootecnia sarda da un attacco così sconsiderato?
  • chi difende il sistema tecnico sardo (oggi incardinato su ARAS e APA) ma che domani verrà espropriato delle sue funzioni?
  • che fine faranno i laboratori ARAS (quelli dai quali passano tutte le analisi dei caseifici della Sardegna) finanziati con i danari della Regione che parrebbero sottratti alla procedura di liquidazione? Si veda il comunicato del collegio dei liquidatori di ARAS insediatosi il 7 maggio : “…Il collegio dei liquidatori testè nominato si è dichiarato sin da subito disposto a cedere il ramo d’azienda afferente l’attività di assistenza tecnica posta in essere dall’ARAS…” (che notoriamente non è ricompreso nel ramo aziendale dedicato all’assistenza tecnica svolta dai soli veterinari e agronomi);
  • che funzioni avranno in futuro i dipendenti  se tutto verrà incardinato nella penisola italiana? Saranno a carico della Regione?  E per fargli fare  che cosa dal momento che le funzioni attualmente esercitate verranno espropriate?

Ma soprattutto

  • chi difenderà le nostre razze autoctone dal pericolo di una contaminazione genetica che farà irrimediabilmente perdere le caratteristiche di unicità tramandate integre attraverso i millenni?

 

Vogliamo assistere passivi e inermi all’ennesimo scempio e sperare nella magnanimità delle associazioni private italiane che gratifichino la Sardegna aprendo qualche sportello quà e là ?

Avviso ai naviganti: il decreto legislativo verrà convertito in legge entro 60 giorni. Se entro questo termine non verranno apportati i correttivi auspicati da tutto il mondo zootecnico sardo, la partita sarà davvero finita.

Chi oltre a noi si pone il problema che i decreti  legislativi  italiani sono illegittimi in quanto viziati da eccesso di delega?

Chi oltre a noi si pone il problema della legittimità delle recenti  modifiche statutarie dell’ARAS ?

Chi oltre a noi difende veramente la Sardegna?

 

 

 

 

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