SICCITA’ E BUONE PRATICHE: L’ESPERIENZA DI LACONI.

di Fausto Fulghesu, ex SIndaco di Laconi.

 

Il Comune di Laconi, a partire dagli anni 80, ha realizzato il proprio Acquedotto Rurale Comunale.

In occasione della dismissione da parte di ESAF di una linea acquedottistica che da sorgenti in agro di Laconi portavano l’acqua ad altri  comuni (Samugheo etc), l’amministrazione comunale pensò di utilizzare la sorgente  e la condotta esistente e, con fondi propri e in economia, realizzare il primo tratto dell’acquedotto rurale.

Così, nel corso degli anni e con interventi successivi, da infrastruttura per approvvigionamento di abbeveratoi  pubblici nell’agro, è diventato quello che è attualmente; un complesso sistema di oltre 50  Km di linee che distribuiscono l’acqua ad oltre 250 utenti nell’ agro.

E’ stato approvato un regolamento, aggiornato da ultimo nel 2002, che prevede che l’utilizzo dell’acqua è , prioritariamente, ad uso zootecnico e  per orti e frutteti di piccole dimensioni , imponendo  l’uso esclusivo con  impianti a risparmio idrico (impianti a goccia).

Il graduale ampliamento della condotta è avvenuto sempre con fondi di bilancio, a volte utilizzando i fondi della ex 37/98, e a volte direttamente a spese dei fondisti che si sono accollati le spese per la realizzazione delle nuove linee, scomputandole, ad allaccio avvenuto, dal successivo utilizzo dell’acqua.

L’utilizzo dei fondi della L.R. 37/98, si è reso possibile in quanto l’acquedotto è stato dato in gestione ad una ditta locale che fa la manutenzione e la lettura dei contatori. Gli uffici comunali, poi, provvedono ad effettuare e recapitare agli utenti gli appositi bollettini di pagamento.

I benefici che si sono avuti negli anni, oltre a quelli di aver portato l’acqua per l’abbeveraggio del bestiame nelle aziende, (purtroppo solo in alcune parti del nostro agro), sono  di aver ri-portato molte persone a valorizzare i propri piccoli appezzamenti di terreno, impiantando un piccolo orto familiare, piccoli frutteti, piccoli allevamenti di animali, e consentendo piccoli ma significativi incrementi di reddito,  oltre all’ aver tolto dall’incuria e dall’abbandono questi terreni , e aver ri-animato l’agro dalle persone che giornalmente lo abitano,  producendo anche un controllo del territorio da incendi o da altre deplorevoli attività.

L’abbondare nel nostro agro di sorgenti che hanno portate d’acqua considerevoli, consentirebbe di ampliare ulteriormente le linee dell’ acquedotto, ma la mancanza di appositi finanziamenti regionali, e la scarsa disponibilità di quelli comunali, ne rallenta  e limita lo sviluppo.

Credo che questo sia un piccolo ma importante esempio di quanto si possa fare per contribuire a gestire meglio la risorsa acqua, e rendere un po più vive le nostre campagne, tutto sommato con piccoli investimenti che producono  grandi ricadute in termine sociali, economici e di tutela del territorio.

 

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