
portavoce del Partito dei Sardi
I primi sei mesi sono cruciali per una giunta regionale.
È infatti dentro questo spazio temporale che si gettano le basi programmatiche di un lavoro che durerà cinque anni. È in questo spazio che si fanno le scelte più coraggiose, quelle destinate ad incidere maggiormente sulla pelle dei sardi.
Un esempio? Nella passata legislatura i primi sei mesi furono decisivi per lo studio e il lancio del Piano Infrastrutture, dentro il quale trovò spazio il mutuo da 700 milioni che contribuì al rilancio della economia della intera Sardegna.
Opere incompiute da anni, inesistenti piani di assetto idrogeologico, reti idriche e fognarie colabrodo, fondo di rotazione per i Comuni sardi, edilizia scolastica: questi solo alcuni i settori di intervento interessati dal piano infrastrutturale messo a punto nei primi sei mesi di operatività dell’esecutivo regionale.
Oggi il quadro delle priorità sembra essere cambiato radicalmente. Uno stallo preoccupante che farà perdere di vista gli obiettivi più ambiziosi e che trasformerà la legislatura in una sorta di amministrazione condominiale, in cui si passa il tempo a gestire e litigare sull’ordinario e mai sullo straordinario.
Nel frattempo prosegue la “libanizzazione” dell’agricoltura dove, proprio la mancanza di un assessore di riferimento, anima le guerre fratricide, le lotte di posizionamento per una leadership effimera di un mondo che chiede solo unità di visioni e di intenti.
Sighidela goi….. intanto l’Europa sta facendo partire un altro siluro, stavolta sulle concessioni balneari.
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