
Di seguito alcuni stralci della delibera di giunta sulle zone franche ed alcune mie considerazioni.
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Oggetto: Attivazione zone franche. Decreto Legislativo 75/1998 e art. 12 L.C. 3/1948.
Il Presidente della Regione (…) riafferma la necessità di rafforzare le condizioni per agevolare lo sviluppo e favorire la creazione di strumenti finalizzati al superamento della grave crisi che affligge la Sardegna.
Gli strumenti di carattere doganale non sono alternativi a quelli non aventi natura doganale, e questi differenti istituti (…) possono comunque convivere e agire in combinazione.
L’attuale Giunta regionale (…) è impegnata nell’esame e nello studio di tutti gli strumenti, anche di quelli non aventi carattere doganale (quali le zone economiche speciali, la fiscalità di vantaggio, la c.d. zona franca integrale), per la verifica della loro effettiva realizzabilità e per la ricerca della configurabilità giuridica più idonea ad innescare un processo di sviluppo nell’Isola.
Conseguentemente il Presidente, al fine di evitare il pericolo di fraintendimenti e di scongiurare il rischio che vengano inconsapevolmente assunte decisioni non rispondenti ai bisogni delle comunità, afferma di ritenere necessario che le amministrazioni locali vengano adeguatamente informate in relazione ai regimi doganali azionabili ai sensi dell’art. 12 dello Statuto e in relazione alle caratteristiche degli stessi.
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La giunta regionale detta i prodromi di un cammino verso una fiscalità’ di vero vantaggio alla insegna della onesta’ intellettuale, della ragionevolezza, del coinvolgimento delle comunità:
- Fiscalità di vero vantaggio: ossia un insieme di misure (tributarie, fiscali e doganali) che riducano il deficit da insularita’, che stimolino la ripresa economica, che assicurno condizioni di parità e uguaglianza nel confronto con le regioni italiane ed europee. Ecco il vero vantaggio.
- Onestà intellettuale: perché viene detto con chiarezza che le zone franche doganali nei porti e aree connesse, sono il primo rilevante e importante (ma non l’unico) passo di una complessiva operazione. Si dice chiaramente che oltre alla esenzione dei dazi doganali per le importazioni ed esportazioni di merci in ambiti extra UE, dovranno seguire misure di riduzione della pressione tributaria e fiscale che stimolino la ripresa produttiva.
- Ragionevolezza: ossia cosa serve effettivamente alla Sardegna nel cammino verso una fiscalità di vero vantaggio? Zone economiche speciali, zone franche d’impresa, zone franche integrali o altro? Il dibattito è in corso ma non si dimentichi che la Sardegna ha tutte le carte in regola per ottenere una deroga alla disciplina sugli Aiuti di Stato (http://gianfrancocongiu.com/litalia-se-ne-frega-delle-nostre-imprese-davanti-alleuropa-serve-uno-stato-sardo-che-ci-rappresenti-e-difenda/)
- Coinvolgimento delle comunità: inteso come diritto di potersi esprimere anche in merito alle decisioni di politica economica e ai modelli di sviluppo che dovranno essere presi a riferimento. La scelta di aderire o meno alla zona franca doganale dovrà essere presa, dai territori, dopo attenta e consapevole valutazione dello strumento e di ciò che effettivamente serve comunità.
Ecco questo il senso che ho voluto trarre dal documento licenziato dalla giunta regionale, un senso anche politico che va oltre la mera attuazione di uno strumento.
Il senso di uno scenario che va delineandosi e che deve essere solo completato.
A innantis
P.s. il Comune di Macomer nel 2013 aveva già chiesto alla Giunta regionale l’inserimento del suo territorio nel perimetro del porto di Oristano. Qui il testo della delibera
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