VERTENZA ENTRATE: NON SCIUPARE; MOBILITARE PER IMPRIMERE UNA SVOLTA | di Gianfranco Congiu

Non vorrei che in queste ore ci consumassimo in inutili diatribe e  si sciupasse una occasione storica: mobilitare la Sardegna attorno ad un tema capace di imprimere una svolta.

Provo a sviluppare il ragionamento.

Fin dai primi vagiti della manovra di bilancio 2017  si capiva che questa sarebbe stata una Finanziaria  azzoppata da scelte governative e statali che, sulla base di un patto ormai superato,  continuano ad imporre accantonamenti  di risorse  (tecnicamente vere e proprie trattenute di quote di compartecipazione al gettito di tributi erariali di spettanza della Regione a titolo di concorso alle misure di risanamento della finanza pubblica)  al pari di altre regioni italiane che però non si pagano – come invece fa la Sardegna – la sanità, la continuità territoriale oltre alla università,  scuola, sociale, welfare e  tanto altro ancora. Anzi diciamo:  al pari di altre regioni italiane che neppure hanno il problema della continuità territoriale.

Fin dai primi vagiti della finanziaria 2017 dicevamo, quindi, che quel patto andava rivisto (clicca qui) .

Su questo livello di consapevolezza  anche tutti i settori della società sarda che dopo il consueto ciclo di audizioni, ci confermano che il tema  dell’eccessivo peso (e ingiustezza) degli accantonamenti statali  è un dato anche socialmente acquisito.

Va solo fronteggiato. Come?

Io propendo per l’avvio di un immediato confronto con il governo (le modalità le vedremo) forte, anche, di una serie di pronunce della Corte Costituzionale che negli ultimi due anni ha dichiarato illegittimi gli accantonamenti, ad esempio, in ambito sanitario (art. 15 D.L. 95/2012: ma il discorso non cambia neppure nel campo dei trasferimenti agli Enti Locali e Province  – art. 16 bis D.L. 95/2012 parimenti dichiarata incostituzionale)  (clicca qui).

Insomma quando lo Stato non concorre al finanziamento della spesa sanitaria (è il caso della Sardegna per effetto dell’intesta istituzionale Soru -Prodi) non può neppure dettare norme di coordinamento finanziario e quindi imporre accantonamenti. Men che meno ripeterli e reiterarli negli anni.

Quindi AGIAMO. Ci sono già tutte le condizioni: condivisione politica (quantomeno delle premesse), consenso sociale, conformi precedenti giurisprudenziali.

Non sono perciò favorevole ad una mobilitazione  finalizzata a discutere le iniziative per assicurare la restituzione degli accantonamenti :   il tema è già nella nostra disponibilità politica ed è già sollecitato da tutti i settori della società sarda.

Sono assolutamente favorevole, invece, ad un’ampia mobilitazione di popolo ma attorno ad un TEMA CAPACE DI IMPRIMERE UNA SVOLTA.

Concordo con quanto oggi scritto da Paolo sul suo blog (clicca qui) a proposito di “quando si convoca il popolo”: ad esempio sulla SOVRANITA’ FISCALE che è  un tema CAPACE DI IMPRIMERE  UNA SVOLTA.

Da lì derivano le misure di riduzione/adeguamento delle aliquote (cfr. fiscalità di vantaggio) e quindi la prospettiva di una VITA MENO CARA per chi sta in Sardegna, adeguata agli standard di chi non soffre le pene dell’inferno per muoversi, per spostarsi, per cercare lavoro; di chi paga la benzina quanto la paghiamo noi (pur non avendo la Saras), di chi è costretto a imbarcare le merci con costi che  altrove neppure hanno… e così via.

Cosa voglio dire: la mobilitazione popolare serve per sostenere il cambiamento, non per governare una partita di giro.

La mobilitazione popolare serve per accreditare riforme strutturali, altrimenti trasformeremo tutto nella solita rivendicazione autonomista,  molto più incline (e allenata) a discutere sull’entità delle risorse che sulla ridistribuzione dei poteri.

E alla Sardegna servono entrambe. Ma soprattutto più poteri.

Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale 

 

 

COMUNICATO STAMPA DELL’8 FEBBRAIO 2017

Dichiarazioni Gianfranco Congiu (capogruppo Pds) su vertenza accantonamenti
«Esprimo apprezzamento per la decisione del presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, di ritirare la proposta di risoluzione sulle iniziative da intraprendere nei confronti dello Stato in materia di compartecipazione ai tributi erariali.
Ritengo infatti che la convocazione dei cosiddetti “stati generali” in Consiglio regionale (contenuta nel dispositivo della risoluzione) per discutere le “iniziative da intraprendere nei confronti dello Stato” sia acqua fresca dal momento che possiamo subito far leva su un autorevolissimo precedente della Corte Costituzionale (sentenza n. 125 del 2015) che ha disposto l’illegittimità di una norma gemella a suo tempo emanata in tema di accantonamenti per la Valle d’Aosta.
Infatti, la Corte ha stabilito che quando lo Stato non concorre al finanziamento della spesa sanitaria (è il caso della Sardegna per effetto dell’intesta istituzionale Soru -Prodi) non può neppure dettare norme di coordinamento finanziario e quindi imporre accantonamenti men che meno ripeterli e reiterarli negli anni.
Siamo dell’avviso, dunque, che di fronte ad un principio così forte non si debba temporeggiare oltre e si debba invece aprire immediatamente il confronto col Governo centrale: a nulla varrebbe allungare i tempi di un’azione che deve essere quanto mai urgente e immediata. Riproporre alla Sardegna uno schema legislativo già severamente bocciato dalla Corte costituzionale è infatti oltraggioso, illogico e offensivo».

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