
Pubblico la lettera che stamane ho inviato al Presidente della Regione e che traccia il nostro orizzonte sulle azioni che a nostro avviso è necessario intraprendere in favore delle aree di crisi industriali del nuorese.
La dimensione della crisi che ha colpito le nostre aree industriali è tale da non poter non essere spostata su un livello nazionale, nè il polo del nuorese può essere tagliato fuori da tutto un sistema di incentivi finanziari dedicati alla riconversione e rilancio delle aree in crisi.
Tutto questo non può avvenire senza che venga messa in campo un’adeguata sequenza di azioni la prima delle quali – riconoscimento dello status di area di crisi industriale non complessa – è irrinunciabile poichè da essa dipende in larga misura l’effettivo rilancio dei nostri siti industriali.
Con lo stesso piglio e determinazione usata per i poli di Portotorres e Portovesme.
On. Francesco Pigliaru
Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
CAGLIARI
Cagliari, 16 settembre 2016
Oggetto: Aree di crisi industriali di rilevanza nazionale: estensione dei benefici ex L. 181/1989 alle aree industriali del nuorese: avvio della procedura ex art. 27, comma 8bis, D.L. 22 giugno 2012, n. 83.
Caro Presidente,
si è fatto un gran parlare in questi giorni di aree di crisi industriali per via di un rifinanziamento, da parte del governo centrale, di ammortizzatori sociali nelle sole aree di crisi complesse del Friuli, Toscana, Lazio, Puglia, Molise, Marche, Abruzzo, Umbria e Sicilia e con evidente esclusione delle aree industriali della Sardegna.
Intanto prendo felicemente atto del contenuto della delibera di Giunta regionale n. 49/1 del 13 settembre 2016, grazie alla quale sarà possibile completare l’iter di riconoscimento, da parte del governo centrale, dello status di area di crisi industriale complessa anche per i poli di Porto Torres e di Portovesme.
Compensiamo, quindi, il divario con le altre regioni ed annovero questo risultato tra le tante cose fatte da questo governo regionale..
Ciò posto,
sappiamo che le aree di crisi non sono, giuridicamente, tutte uguali: allo status di area di crisi complessa è legato il sistema degli incentivi di cui alla L. n. 181/1989 per il rilancio, riconversione produttiva e reindustrializzazione delle aree colpite da crisi industriale.
Questo almeno sino al 2015: infatti con decreto del Ministero dell’economia del 9 giugno 2015 è stato riordinato e aggiornato il quadro regolamentare che disciplina le condizioni e modalità per l’attuazione degli interventi di rilancio industriale nelle aree di crisi e che porta al suo interno due novità eclatanti:
- estende la gamma degli incentivi ricomprendendo programmi di investimento per la tutela ambientale, turismo e i progetti di innovazione organizzativa (con tutte le intuibili possibili ricadute per il nostro tessuto economico e sociale);
- disciplina le azioni di rilancio delle aree colpite da crisi industriale.
Su questo secondo aspetto vorrei richiamare la tua attenzione.
Infatti, se sino al poco tempo fa il sistema degli incentivi ex L. 181/89 era destinato ai progetti di reindustrializzazione nelle sole aree di crisi industriale complesse, la nuova formulazione dell’art. 27, comma 8 bis, D.L. 83/2013 (di cui, ripeto, il citato DM 9 giugno 2015 è norma attuativa) ha esteso la platea dei beneficiari di detti incentivi comprendendo, per la prima volta, anche le aree di crisi industriale diverse da quelle complesse ma che presentano comunque un significativo impatto negativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull’occupazione.
Lo scenario, quindi, dei destinatari degli incentivi è radialmente mutato con la possibilità, anche per le aree di crisi industriali non complesse, di beneficiare di misure specifiche destinate al rilancio produttivo e occupazionale.
Di queste significative modifiche legislative potrebbe avvantaggiarsi immediatamente tutto il sistema industriale del nuorese in cui Ottana, peraltro, è stata già riconosciuta area di crisi settoriale ex L. n. 289/2002 e 80/2005, Tossilo, Pratosardo e Siniscola aree di crisi ex L. r. n. 3/2009.
Sull’argomento che, molto fugacemente, ti ho anticipato, occorrerà aprire una riflessione molto più approfondita ma fin d’ora chiedo l’immediato avvio delle procedure di nostra competenza perché Ottana, Tossilo e tutto il polo industriale del nuorese vengano riconosciuti aree di crisi industriale di valenza nazionale.
Il tutto in un quadro di riqualificazione e riconversione di dette aree industriali in cui poter coniugare le misure sociali di sostegno al reddito con un effettivo rilancio produttivo, rilancio che non può gravare esclusivamente sulla Regione ma che impone, per la drammaticità della situazione, il più ampio coinvolgimento del governo centrale.
Con questa lettera ti esprimo dunque non solo una proposta mia e dei colleghi Augusto Cherchi e Permario Manca per difendere gli interessi e le aspirazioni del mio territorio, ma anche una posizione propria di tutto il Partito dei Sardi.
Come sai infatti il nostro Partito mira a fare della Sardegna uno Stato europeo che abbia i poteri per gestire crisi e potenzialità dei nostri territori. Al contempo tuttavia crediamo che si debbano mettere subito in atto, anche attraverso gli strumenti propri della legislazione vigente, azioni che diano risposte ai nostri cittadini e possano aprire prospettive non solo di sicurezza sociale ma anche di riconversione produttiva, sotto il segno della produzione di ricchezza ecosostenibile.
Infine, con lo spirito propositivo che sempre ci caratterizza ti chiedo dunque di prendere in considerazione la possibilità e l’esigenza di incontrarci per discutere più approfonditamente delle azioni e delle idee che, secondo il Partito dei Sardi il nostro governo può far proprie per il rilancio dell’economia del territorio.
Con viva cordialità
Gianfranco CONGIU
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