DOPO TRENT’ANNI CE L’ABBIAMO FATTA: APPROVATO DALLA GIUNTA REGIONALE IL NOSTRO PIANO DI VALORIZZAZIONE DEL MONTE DI S.ANTONIO

di Gianfranco Congiu, capogruppo di maggioranza in Consiglio comunale e Consigliere regionale

 

Penso che non ci sia stato amministratore a Macomer che negli ultimi trent’anni non abbia sognato un momento come questo.

Penso che non ci sia mai stata una sola campagna elettorale in cui frotte di candidati non abbiano proposto la loro “ricetta” per il rilancio del monte di S.Antonio.

È vero: il Monte di S. Antonio e le infinite opportunità che offre, hanno appassionato generazioni di amministratori ma è pur vero che, con la stessa facilità con la quale veniva scritto il programma elettorale, con altrettanta facilità veniva abbandonato il sogno, custodito in un cassetto e tenuto buono per la successiva campagna elettorale.

Perché?

Perché tutti coloro che si sono cimentati nel difficile compito di amministrare il nostro comune sanno (o hanno scoperto) che il Monte di S. Antonio è gravato da usi civici e come tale è vincolato. Nulla può essere liberamente fatto. Nulla può essere autorizzato.

Anche noi abbiamo inserito nel nostro programma elettorale la valorizzazione del Monte; anche noi abbiamo coltivato il desiderio di poter offrire alla nostra comunità un ambito montano di pregio nel quale insediare quelle attività da tutti sognate.

Anche noi eravamo ben consapevoli della esistenza degli usi civici  e così com’è accaduto per il rione di Coronas, abbiamo fatto l’unica cosa possibile: rendere compatibile gli usi civici con le attività che all’interno si vogliono insediare e, nel caso del Monte di S. Antonio, lo strumento amministrativo disponibile era il Piano di Valorizzazione della Montagna.

Il Piano e’ lo strumento principale di programmazione delle terre civiche, scandito dalle norme della L.R. 12/1994 (artt. 8-9-10) che ha il compito di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle Comunità interessate.

Esso in sostanza esso deve:

– Rispondere a fini di pubblico interesse;

– Non compromettere l’esistenza degli usi civici;

– Non pregiudicare i diritti delle Comunità / Utenti.

Sia chiaro: anche altre amministrazioni avevano tentato la strada del Piano di Valorizzazione, ma senza riuscirvi.

Nel 2015 abbiamo iniziato il percorso e dopo i vari passaggi in Consiglio comunale, finalmente nella seduta di ieri 20 febbraio, la Giunta Regionale ha approvato il nostro Piano di  Valorizzazione per il Monte di S. Antonio.

(Leggi quì la Delibera n. 8-37 del 20.02.2018 terre civiche Macomer)

(leggi qui la Relazione di sintesi )

Quello che abbiamo fatto è un qualcosa di inedito per la nostra comunità: una grande attività di pianificazione rurale effettuata nel rispetto dei vincoli, nel rispetto delle vocazioni terriere e di quanto è già insediato, ma nel rispetto anche del desiderio di una comunità di riappropriarsi di un bene fortemente identitario decidendo le proprie politiche di sviluppo.

Tutto questo è realtà e siamo fieri di esservi riusciti.

“I Piani sono finalizzati allo sviluppo sociale ed economico delle comunità interessate, devono rispondere a fini di pubblico interesse, non devono compromettere l’esistenza degli usi civici e non devono pregiudicare i diritti delle collettività. Tramite questo atto è anche possibile prevedere una destinazione dei terreni diversa da quella cui erano soggetti, a condizione che la nuova destinazione comporti un reale notevole vantaggio per la collettività. I Piani riportano inoltre la descrizione delle azioni per il recupero delle terre civiche occupate senza titolo. La procedura stabilita dall’art. 9 della legge regionale n. 12/94 prevede che i Piani siano adottati dai Consigli comunali a maggioranza dei presenti e approvati con decreto del Presidente della Regione su deliberazione della Giunta regionale. L’Assessore evidenzia, quindi, che il Piano è lo strumento con cui si programma la gestione dei terreni sui cui insistono i diritti di uso civico appartenenti ad una determinata collettività. Lo stesso deve prevedere anche gli usi futuri delle terre civiche, da attuarsi attraverso gli atti di disposizione di cui agli artt. 15 e seguenti della legge regionale n. 12 del 1994 e s.m.i. che, comunque, potranno essere adottati solo successivamente all’approvazione del Piano stesso e tramite l’avvio di nuovi e ulteriori procedimenti nell’ambito dei quali verrà verificata la sussistenza dei presupposti e il rispetto degli obblighi previsti dalla normativa ad essi applicabile.”

 

 

Delib. n. 8-37 del 20.02.2018 terre civiche Macomer

 

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