
Consigliere regionale e capogruppo del Partito dei Sardi
L’approvazione della nuova Legge Appalti dimostra che con il lavoro, con la giusta coesione delle forze politiche e con la voglia di mettere la Sardegna al centro dell’azione politica, si possono raggiungere risultati importanti.
Sino a ieri non venivano tutelati i nostri fornitori, le nostre micro e piccole imprese, i nostri giovani progettisti. Da oggi SI’.
Sino a ieri non veniva premiata la qualità architettonica dell’opera pubblica, non erano disciplinati gli acquisti verdi, non veniva consentito l’utilizzo degli sfridi della cave di Marmi e Graniti sardi nelle opere stradali e di sottofondazione. Da oggi SI’.
Sino a ieri la Sardegna pendeva dai voleri di ANAS che, con i nostri soldi, di fatto decide come e quando realizzare le opere per noi strategiche. Da oggi tutto questo può cambiare.
La nuova legge Appalti ha seguito un percorso di grande attenzione verso le nostre imprese isolane, pur nel rispetto delle generali regole di “libero mercato”, delle direttive europee e del codice appalti italiano (D.lgs. 50/2016) nonchè di tutte le linee guida e pronunciamenti ANAC emanati sinora, ma anche nella consapevolezza di possedere potestà legislativa esclusiva nei settori della “programmazione e organizzazione amministrativa degli appalti”.
In sintesi, non possiamo far tutto, ma quello che rientra nelle nostre competenze l’abbiamo sviluppato al meglio seguendo i seguenti principi ispiratori:
- centralità della programmazione: ovvero la preventiva individuazione delle opere pubbliche infrastrutturali di preminente interesse regionale (assetto del territorio, adeguamento e potenziamento infrastrutturale) per la modernizzazione e lo sviluppo economico e sociale del territorio;
- riduzione dei tempi di approvazione, di istruttoria dei progetti e di apertura dei cantieri;
- pianificazione triennale per la qualità architettonica nelle opere pubbliche di particolare rilevanza urbanistica, territoriale, paesaggistica o ambientale, con finalità di promozione della qualità architettonica, promozione del concorso di idee e di progettazione;
- riordino delle funzioni dell’Osservatorio regionale dei contratti pubblici per il monitoraggio dell’intera filiera dei contratti pubblici, leva insostituibile per azionare le politiche di sviluppo del territorio;
- istituzione del sistema telematico degli elenchi unici regionali di operatori qualificati: meno oneri per le imprese (che non dovranno più moltiplicare le loro iscrizioni nei comuni bastando solo l’iscrizione dell’elenco unico regionale) e quindi snellimento procedurale nella micro contrattazione e riduzione degli oneri burocratici, a vantaggio della competitività del sistema delle micro, piccole e medie imprese;
- riconoscimento di premialità a imprese, tecnici e professionisti che, all’insegna della solidarietà, fanno interventi gratuiti e volontaristici per fronteggiare situazioni di emergenza o per la prevenzione di calamità;
- introduzione del Piano d’azione per gli acquisti verdi, nel più generale quadro di promozione della sostenibilità ambientale nei contratti pubblici;
- qualificazione del responsabile unico del procedimento quale responsabile di progetto, per la programmazione, la progettazione, l’affidamento e l’esecuzione del contratto pubblico, secondo le tecniche del project manager, con la previsione di percorsi professionalizzanti, anche attraverso l’accreditamento nell’Albo regionale dei responsabili di progetto;
- valorizzazione della funzione del sopralluogo, finora svilito a mero adempimento di rito;
- tutele più incisive dei subappaltatori ma anche dei fornitori dell’appaltatore, categoria questa assolutamente priva di alcuna forma di tutela, a garanzia del pagamento delle relative prestazioni;
- introduzione del progetto “come costruito”: si obbliga l’appaltatore a depositare il progetto finale dell’opera, un progetto che descriva esattamente l’opera così come è stata realizzata;
- introduzione del Codice regionale di buone pratiche rivolto a facilitare l’accesso delle Micro e piccole e medie imprese (MPMI) agli appalti pubblici e alle concessioni;
- introduzione del fascicolo del fabbricato a tutela della sicurezza degli immobili pubblici.
Infine la previsione della costituzione di una società per la realizzazione di opere pubbliche che, sul modello di ciò che fa l’ANAS SpA per conto dello Stato italiano, preveda in capo alla Sardegna la possibilità di costituire una società di capitali avente ad oggetto lo studio, la progettazione, la realizzazione e la gestione di opere pubbliche di rilevanza strategica.
Insomma da oggi PIÙ SARDEGNA in un settore, quello degli appalti, che ha parlato da sempre solo l’italiano.
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