IL VERO BIPOLARISMO È SARDEGNA vs ITALIA

di Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi in Consiglio regionale.

 

Consiglio a tutti di rivedere la puntata di Thesaurus andata in onda il 13 giugno su Sardegna 1.

Costruita attorno alla esigenza di far leggere l’esito del voto ad alcuni protagonisti della tornata elettorale (PDS- PD – PDL), la trasmissione ha decisamente virato (forse inaspettatamente) verso una lettura inedita del bipolarismo dopo che ho dichiarato apertamente che il vero “bipolarismo in Sardegna” non è tra destra e sinistra (con una semplificazione giornalistica tra PD e PDL), bensì tra i “blocchi italiani” da un lato (tra i quali anche Pd e PDL appunto) e, dall’altro, “blocchi sardi dell’autodeterminazione” (PDS e altri).

A mio parere, infatti, la tornata elettorale del 12 giugno evidenzia un preoccupante astensionismo che incide, pero, solo nelle performance dei blocchi italiani. Viceversa è cresciuto il consenso attorno alla proposta indipendentista e di autodeterminazione incarnata, stavolta, dal PDS.

Ed è un consenso in parte fidelizzato ma in larga misura ottenuto sulla base delle “cose fatte” in questa legislatura regionale da un partito che ha testa e cuore in Sardegna e che da tempo va affermando che la proposta indipendentista è l’unica opzione politica coerente con l’in sè del popolo sardo, con le sue radici, con la sua attitudine alla protesta differenziatrice, con quella terra che fu Stato per mezzo millennio e che ancora oggi custodisce i tratti  di una Nazione compiuta  (popolo, territorio, lingua, ordinamento) all’interno di uno Stato alieno.

Ecco, il voto del 12 giugno conferma e amplifica una tendenza in campo ormai da tempo: settori sempre più ampi della società sarda apprezzano e incasellano la proposta indipendentista nel duopolio Sardegna/Italia quali contenitori ideali, il primo, delle istanze di autodeterminazione e di indipendenza del popolo sardo e, il secondo, quale luogo di ostinata mediazione delle tensioni nazionali e regionali secondo i canoni di un veteroautonomismo morto ma (per qualcuno) evidentemente non ancora sepolto.

È stata una utile occasione per trattare temi ostici e che non sempre hanno diritto di cittadinanza nei titoli dei giornali.

Ognuno poi trarrà le sue conclusioni.

 

 

Commenta per primo

Inserisci un tuo commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
Vai alla barra degli strumenti