La Sardegna unico supporto internazionale a favore del referendum della Catalogna. Intervista a Gianfranco Congiu

Giulio Maria Piantadosi, giornalista di El Independiente, ha intervistato Gianfranco Congiu, capogruppo del Partito dei Sardi, sui rapporti tra la Sardegna e la Catalogna e sull’appoggio del Parlamento sardo al referendum per l’indipendenza.
Qui l’intervista originale in catalano.

Di seguito la traduzione:

La Sardegna unico supporto internazionale a favore del referendum della Catalogna
L’Unione Europea ha già voltato le spalle alla sfida indipendentista della Catalogna. Tuttavia c’è un angolo d’Europa che è in piena mobilitazione a favore del referendum: è la Sardegna, l’isola a metà strada tra Italia e Spagna. «Siamo molto vicini ai catalani. Anche in Sardegna c’è chi vuole l’indipendenza», afferma l’indipendentista Gianfranco Congiu, avvocato e portavoce del Partito dei Sardi nel Parlamento dell’isola.

Il 21 settembre il Parlamento sardo ha approvato un testo di solidarietà con il referendum del 1 ottobre, che parla della «travaglio vissuto dal popolo catalano nel percorso democratico di affermazione del proprio diritto alla libertà». Nel testo si condanna la «reazione repressiva del Regno di Spagna» e si chiede l’intervento della comunità internazionale per garantire il diritto all’autodeterminazione, esprimendo «la vicinanza e il sostegno morale alla Catalogna».
Il testo è stata approvato da una schiacciante maggioranza: solo due deputati su 60 si sono astenuti. La petizione includeva anche il Presidente della Sardegna, Francesco Pigliaru, che considera «la negazione del diritto di espressione come lesivo dei valori sui quali si fondano le democrazie moderne».

L’amicizia con la Catalogna
«Tra la Catalogna e la Sardegna c’è una grande amicizia dovuta a un passato comune, anche se basato su una conquista, prima catalana e poi spagnola», sottolinea Congiu. «Non vogliamo entrare in conflitto con la Corte Costituzionale, semplicemente ribadire un diritto che i sardi vogliono esercitare. Qui il 40% della popolazione è a favore dell’indipendenza». La Sardegna è oggi una regione a statuto speciale, con più autonomia rispetto alle altre regioni italiane. Tuttavia, come afferma Congiu, l’autonomia è fallita in Italia: «Il nostro modello attuale è simile a quello delle Canarie, ma non basta. Noi sosteniamo l’indipendenza come soluzione migliore per i problemi della Sardegna».

Il 22 settembre, due giorni dopo l’arresto di 14 dirigenti della Generalitat, a Cagliari, capitale della Sardegna, gli indipendentisti sardi hanno organizzato una protesta in cui ha partecipato anche Joan Elies Adell, rappresentante della Generalitat in Sardegna. Infatti, una delle prime “ambasciate catalane” all’estero è stata Alghero, la città del nord dell’isola in cui il 25% della popolazione parla catalano. È la comunità catalana più grande al di fuori della Spagna. La Generalitat ha persino promesso di concedere la cittadinanza catalana agli abitanti di Alghero, quando si raggiungerà l’indipendenza, come si legge nella Legge di Transizione giuridica, sospesa dalla Corte Costituzionale.

Il sostegno della Sardegna ai catalani non si limita alle dichiarazioni istituzionali. Un deputato sardo è giunto a proporre che le schede elettorali per il referendum catalano siano stampate e custodite in Sardegna. Inoltre, trenta indipendentisti sardi questo fine settimana voleranno in Catalogna, dove alcuni di loro ricopriranno il ruolo di “osservatori internazionali” durante la consultazione.

 

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