L’Italia se ne frega delle nostre imprese. Davanti all’Europa serve uno Stato sardo che ci rappresenti e difenda.

27 ottobre 2015

Franciscu Sedda, Gianfranco Congiu

Cosa c’entra l’indipendenza della Sardegna con gli incentivi alle nostre imprese alberghiere? C’entra, c’entra. Lo ha dimostrato molto bene il nostro consigliere regionale, Gianfranco Congiu, intervenendo in aula a nome del Partito dei Sardi e del gruppo Sovranità Democrazia Lavoro.

Gianfranco Congiu – come potete leggere nel testo del suo intervento qui sotto – ha dimostrato al Parlamento Sardo, carte alla mano, che per l’Europa non c’era alcun problema a derogare sugli aiuti dati alle nostre imprese alberghiere.

Peccato che l’Italia se ne sia fregata e non abbia mai fatto presente all’Unione Europea la nostra condizione di insularità, con i costi ad essa connessi. Far presente la nostra condizione avrebbe reso immediatamente legittimo l’incentivo allo sviluppo ricevuto. E che oggi invece le nostre imprese alberghiere si vedono chiesto indietro.

Dite voi se non è la dimostrazione palese di quanto serva avere uno Stato sardo in Europa per garantire noi stessi, le nostre imprese, i nostri lavoratori!

Altro che la solita lagna autonomista, secondo cui bisogna chiedere allo Stato di aiutarci. Altro che la solita tiritera anti-europea, secondo cui la colpa è sempre dell’Europa. La verità è che lo Stato italiano in Europa non ci rappresenta ed è l’ultimo a cui andar chiedere aiuto!

Molti in Aula l’hanno capito – a sinistra a destra diversi consiglieri hanno ripreso l’intervento del Partito dei Sardi come l’unico realmente fondato e risolutivo – nessuno dei mezzi d’informazione invece se n’è accorto, certamente per colpa nostra che non amiamo banalizzare nulla.

E allora proviamo a semplificare.

L’Italia ha inguaiato (ancora una volta) la Sardegna e le sue imprese alberghiere fregandosene di noi davanti all’Unione Europea.

Il Partito dei Sardi è l’unico che se n’è accorto, lo ha denunciato dentro il Parlamento sardo ed è pronto a dar battaglia.

Diventare indipendentisti e indipendenti è l’unico modo per ottenere giustizia e costruire prosperità per i sardi e la Sardegna.

Franciscu Sedda
Segretario Nazionale Partito dei Sardi

 

 

Sintesi dell’intervento dell’on. Gianfranco Congiu – Partito dei Sardi Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro – nella seduta del Consiglio Regionale della Sardegna del 7 ottobre 2015.

A prescindere dalle soluzioni che in concreto scaturiranno dal dibattito in quest’aula e dalle proposte che eventualmente verranno articolate dell’esecutivo, questa è una vicenda che, nelle sue innumerevoli pieghe, ci consegna uno scenario di sostanziale incapacità dello Stato italiano a rappresentare e sostenere adeguatamente le ragioni della Sardegna.

Dagli atti della Commisione europea che ha avviato il procedimento di infrazione comunitaria nei confronti dello Stato italiano a proposito degli incentivi riconosciuti alle imprese alberghiere della Sardegna ex legge regionale n. 9/1998, colgo un passaggio che non può lasciare indifferenti:

“…in via eccezionale gli aiuti di Stato possono essereconcessi nelle regioni che beneficiano della in deroga di cui all’articolo 87 (oggi art. 107) paragrafo 3 lettera A – che è attualmente il caso della Sardegna – purché essi siano giustificati in funzione del loro contributo allo sviluppo regionale e della loro natura, e purché il loro livello sia proporzionale agli svantaggi che intendono compensare. Tuttavia in questa fase del procedimento le autorità italiane non hanno dimostrato l’esistenza di tali svantaggi né ne hanno quantificato l’importanza…”.

L’affermazione è lapidaria: la Sardegna avrebbe potuto (e potrebbe) compensare gli svantaggi competitivi derivanti dalla sua condizione di insularità se avesse avuto accesso a quel regime di deroghe agli aiuti di Stato, la cui concessione doveva (e deve) essere autorevolmente negoziata e rivendicata in sede europea.

Il Trattato in vigore prevede, infatti, come possono considerasi compatibili con il mercato interno: “… a) gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonchè quello delle regioni di cui all’art. 349 (tra i quali Canarie, Azzorre e Madera)tenuto conto della loro situazione strutturale, economica e sociale…”

Nella procedura di infrazione sul caso alberghi la Commissione europea ha certificato l’incapacità dello Stato italiano di accertare e quantificare l’esistenza di quegli svantaggi competitivi che, ai sensi del Trattato istitutivo dell’Unione Europea (oggi TFUE), avrebbero consentito alla Sardegna di vedersi restituire una parte di quello svantaggio competitivo segnato dalla insularità.

L’Unione Europea certifica l’incapacità dello Stato italiano di rendere, in sede europea, giustizia alle ragioni della doppia insularità della Sardegna, che pongono questa regione in una situazione di svantaggio competitivo.

Il caso degli alberghi conferma la tendenza del Governo italiano ad essere incapace di rivendicare a livello europeo una differenziazione di posizioni tra la regione sarda e le altre regioni italiane.

Nel rimarcare questa situazione, il Partito dei Sardi pone prepotentemente il tema dei rapporti tra Sardegna e Stato italiano anche con in riferimento allo specifico tema delle deroghe sugli aiuti di stato, spettante alla nostra isola in quanto ambito territoriale nel quale si registra un peggioramento di tutti gli indicatori economici e sociali e un disallineamento rispetto ad altre zone omogenee dell’Europa.

Oggi la U.E. riconosce deroghe ad alcuni ambiti territoriali come le isole Canarie, le Azzorre e ad alcune regioni della Repubblica Federale Tedesca; penso sia giunto il momento di rivendicare la titolarità dei requisiti anche in capo alla nostra isola al fine di un riconoscimento di quei regimi di deroghe che servono alle nostre imprese, assessore Morandi, sia nel confronto con il mercato interno, che con quello esterno.

Gianfranco Congiu
Consigliere Regionale Partito dei Sardi

 

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