
Nei giorni scorsi ho chiesto alla Regione e ad ARST l’adozione urgente di quelle misure minime (doppio macchinista in cabina e presidio dei pochi passaggi a livello privati non ancora in sicurezza) che ritenevo sufficienti per favorire la riapertura a breve della tratta ferroviaria Macomer Nuoro (clicca qui).
Oggi le prime risposte dell’ARST che, come si suol dire, “sta sul pezzo”: sono già stati disposti i vari ordini di servizio per il raddoppio dei macchinisti a bordo (prima criticità) e a breve si concluderà il reclutamento degli assuntori per il presidio degli attraversamenti a rischio (seconda criticità).
Ho personalmente sentito il direttore generale di ARST, ing. Poledrini il quale, in un quadro di rinnovato (anzi:mai cessato) impegno dell’azienda e della Regione sul versante del rilancio del ferrato in Sardegna, conferma la transitorietà dell’impiego dei pullman sostitutivi.
Per noi tutti, ARST compresa, sono misure assolutamente sufficienti per riprendere in sicurezza l’operatività della tratta Macomer Nuoro.
Mi auguro vivamente che anche per l’autorità nazionale sia così e che consideri che queste misure non sono il frutto di una IMPROVVIDA decretazione d’urgenza italica, ma il completamento di un piano operativo di messa in sicurezza partito, in Sardegna, qualche anno prima dei tragici fatti di luglio e che – caso unico in Italia – stiamo pagando con i soldi dei Sardi.
Se non fossimo partiti per tempo mai e poi mai sarebbe stato possibile rispettare il termine di un mese per la riapertura della tratta e di cui oggi ARST ha dato esplicite conferme.
Post scriptum per l’autorità nazionale ANSF: dedicate ad altri le vostre randellate: noi sentiamo la sicurezza un dovere morale prim’ancora che un obbligo giuridico.
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