SI ALZA IL SIPARIO SULLA INSULARITA’ ?

di Gianfranco Congiu

La notizia è di qualche ora fa: con 495 voti a favore su 693 votanti, il Parlamento Europeo la riconosciuto la “condizione di insularita’ ” per la Sardegna e la Sicilia (http://www.si24.it/2016/02/04/sicilia-e-sardegna-lue-riconosce-linsularita-cicu-ppe-piu-risorse-e-diritti-per-le-due-isole/196848).

E’ presto per dire se il sipario sul gap da insularità si stia effettivamente alzando e quali le ricadute in concreto, ma certamente è un tema che, finalmente, si sta facendo largo nel dibattito politico.

Per noi  non è certo una novità occuparcene dato che la demolizione del gap da insularità è una delle tappe nel duro e faticoso lavoro di superamento dell’autonomismo per l’affermazione di una Sardegna indipendente e sovrana.

Così come non è neppure una novità per l’attuale governo regionale: basti pensare al dossier consegnato a giugno dello  scorso anno dal Presidente Pigliaru  a Renzi in cui, per la prima volta nella storia della politica sarda,  vengono calcolati i costi aggiuntivi che l’insularità impone ai cittadini e alle imprese sarde e sul quale abbiamo il dovere di rilanciare.

Anche per le  imprese sarde non è una novità dal momento che provano, giornalmente,  sulla loro pelle lo svantaggio competitivo derivante dalla condizione di insularità,  consapevolezza che, ahimè,  in questi ultimi anni  iniziano ad avere anche le famiglie e più in generale i cittadini,   tagliati fuori, ad esempio,  da quelle reti di energetiche (metano) che altrove arrecano benefici enormi sia al portafoglio che all’ambiente.

E che dire delle  procedure d’infrazione avviate dalla U.E. negli ultimi anni  per la violazione delle regole sugli aiuti di Stato (norme a maglie ultrafini  in cui ciclicamente si impiglia il legislatore regionale) e che  potrebbero evitarsi se,  riconosciuto il divario da insularità,  fossero estese anche a noi le deroghe già concesse ad altre aree analogamente svantaggiate (es. Azzorre, Canarie etc).

E’ presto per dire quali potranno essere le ricadute dalla pronuncia del Parlamento Europeo ma certamente questo è un buon momento per alzare il livello di confronto con lo Stato italiano su un tema cruciale per il destino della nostra isola.

Breve nota a margine:  nell’audizione di stamane dei Rettori delle università di Cagliari e Sassari in commissione bilancio è emersa la grave discriminazione dei nostri atenei nel confronto con le altre università per l’attribuzione delle risorse ministeriali. Infatti, uno dei parametri principali di valutazione degli atenei è costituito dal cosiddetto “parametro di attrattività per le regioni confinanti”, parametro di fatto non invocabile dalle nostre università e che le costringe ad un innalzamento dei livelli di performance sugli altri parametri per colmare il divario.

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