
“Le lingue madri, in un approccio multilinguistico, sono fattori essenziali per la qualità dell’istruzione, che è alla base dell’emancipazione di donne e uomini e delle società in cui vivono”.
Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO
Oggi 21 febbraio cade la giornata internazionale della lingua madre proclamata nel 1999 dall’UNESCO per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo.
La data ricorda la tragedia avvenuta nel 1952 quando diversi studenti bengalesi dell’Università di Dacca rimasero uccisi mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale (allora parte del Pakistan).
Sono vent’anni che in tutto il mondo si celebra questo significativo evento che esalta il legame profondo che esiste tra gli individui, le comunità di appartenenza e il loro idioma materno.
Sebbene lo Statuto Speciale della Regione Sardegna non faccia alcun riferimento all’identità linguistica della Sardegna assistiamo, a partire dagli anni ’70, ad un “risveglio della coscienza linguistica popolare” da quando Antonio Simon Mossa per primo pose il problema.
Si dovrà però attendere sino al 1990 quando, nel nuovo ordinamento delle autonomie locali, veniva data facoltà a province e comuni di riconoscere la lingua sarda quale lingua del territorio e dell’istituzione locale.
Da quel momento si registrano plurimi interventi legislativi:
- la Carta Europea del 1992 per le lingue regionali e minoritarie;
- la Legge 482/1999 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche);
- la Legge regionale n. 26/1997 (Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna);
- la Legge regionale n. 22/2018 (Disciplina della politica linguistica regionale).
La considerazione dei fatti linguistici ha un’importanza primaria sia nella ricostruzione storica, sia nell’analisi del presente della vita di un popolo. Se restiamo dell’idea che la lingua è come un vestito del nostro pensiero, un vestito che si può indossare e togliere con facilità e sostituire rapidamente con un altro, che le parole sono semplici strumenti dominati dalla nostra volontà, che l’uso dei mezzi linguistici non comporta una forte condivisione di essi con i nostri interlocutori quotidiani e non ha bisogno di arricchimenti continui, non comprenderemo nulla del modo con cui si formano e possono progredire le comunità umane. Bisogna invece far sapere a tutti che ogni pensiero articolato si forma e sussiste con la lingua, che la nostra coscienza di esistere in un luogo, in un tempo e in una famiglia umana passa per la lingua, che le abitudini linguistiche si radicano profondamente nel vissuto degli individui, che i significati si depositano nelle parole attraverso una continua dialettica tra individuo e collettività, che l’evoluzione e il potere della cultura sono connessi a un progressivo arricchimento degli strumenti linguistici (F. Sabatini, Limes 3.3.2009).
Sebbene lo Statuto del Comune di Macomer sia stato sottoposto nel 2009 a profonda revisione e adeguamento, non si registra alcun intervento, nè di principio nè di disciplina, sulla tutela e valorizzazione della Lingua Sarda.
Questa lacuna nonostante la Regione Sardegna fin dal 1997 abbia assunto l’identità culturale del Popolo Sardo come bene primario da valorizzare e promuovere garantendo la libera e multiforme espressione delle identità , dei bisogni, dei linguaggi e delle produzioni culturali ed individuando, proprio nella Lingua Sarda, il presupposto fondamentale di ogni intervento nonchè strumento capace di stimolare il progresso personale e sociale, i processi di sviluppo economico e di integrazione interna.
Per queste ragioni e per colmare un evidente vuoto nei principi e nei finalismi che sovrintendono l’attività dell’amministrazione comunale di Macomer, nel solco delle iniziative promosse dalla Corona de Logu (associazione dei sindaci e degli amministratori locali indipendentisti) per la celebrazione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, si propone l’avvio dell’iter di modifica dello Statuto comunale al fine di adeguarlo al comune sentimento di una Comunità che vede nella tutela, valorizzazione, incentivazione all’uso della Lingua Sarda, un presupposto irrinunciabile di crescita civile e sociale.